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Le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio

LE LENTICCHIE DI SANTO STEFANO DI SESSANIO TRA ANTICHI SAPORI E NOUVELLE COUSINE La zuppa servita con piccoli pezzetti di pane casereccio fritto in olio di oliva è solo uno dei tanti piatti di cui è protagonista. Il prezioso legume di Santo Stefano di Sessanio, per il suo sapore intenso, il suo contenuto di ferro moto più alto rispetto alla media e per la sua cottura veloce senza bisogno di preliminare ammollo, si presta ad una miriade di pietanze, dalle vellutate ai contorni, passando per i primi, i contorni e gli stuzzichini. Ricette appetitose che spaziano dalla cucina tradizionale abruzzese

Lenticchie di Santo Stefano di Sessanio, varietà a cottura senza ammollo. Un presidio Slow Foods sulle pendici del Gran Sasso – di L. S. Manco

“Se alla vigilia di Natale c’è vento caldo la stagione delle lenticchie sarà buona”. Così racconta la leggenda popolare sulla lenticchia di Santo Stefano di Sessanio, un piccolo comune in provincia dell’Aquila alle pendici del Gran Sasso. È qui, tra i 1.200-1600 metri di altitudine, che cresce questo  legume millenario, dalla caratteristica cottura senza ammollo, data la sua particolare permeabilità. Il suo tempo di cottura è stimato intorno ai venti minuti circa. La si riconosce dalle piccole dimensioni e dal colore marrone intenso con riflessi violacei. Rinomata per il suo particolarissimo sapore, la lenticchia di Santo Stefano di Sessanio è

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