LE LENTICCHIE DI SANTO STEFANO DI SESSANIO TRA ANTICHI SAPORI E NOUVELLE COUSINE

La zuppa servita con piccoli pezzetti di pane casereccio fritto in olio di oliva è solo uno dei tanti piatti di cui è protagonista. Il prezioso legume di Santo Stefano di Sessanio, per il suo sapore intenso, il suo contenuto di ferro moto più alto rispetto alla media e per la sua cottura veloce senza bisogno di preliminare ammollo, si presta ad una miriade di pietanze, dalle vellutate ai contorni, passando per i primi, i contorni e gli stuzzichini. Ricette appetitose che spaziano dalla cucina tradizionale abruzzese alla nouvelle cousine. 

Tra quelle tipiche regionali spicca la zuppa con i quadratini di pane, piatto della tradizione contadina immancabile nel percorso enogastronomico della tradizionale “Sagra delle lenticchie” che si svolge anno nel piccolo borgo di appena centoventi abitanti dal 6 al 7 settembre. Ottimi poi i primi, come lenticchie e patate e lenticchie e salsicce, pasta e lenticchie con svariati formati di pasta fatti in casa. Piatti poveri, base dell’alimentazione dei contadini dell’area nei tempi passati e oggi riscoperti. 

Pietanze in tutti i casi straordinariamente gustose per via di quel sapore intenso della piccola lenticchia che si presenta molto più pastosa e compatta rispetto alle altre varietà. È possibile trovarla nei ristoranti, nelle trattorie e nelle botteghe dei paesini alle pendici del Gran Sasso, luogo dove ha trovato il suo Habitat naturale da millenni.

 

 

 

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